Mani e mani di vernice venivano applicate, una sopra l’altra, ogni qualvolta che i mobili si usuravano con il tempo con il contatto e il consumo dovuto alla vita di tutti i giorni. Il mobile era spesso fatto con legni poveri, principalmente in legno di abete o di pino,quindi legni morbidi,che tendono ad assorbire sporco e unto,legni più facili da reperire,o da acquistare. Lalbero di abete una pianta molto antica, presente sulla terra già cinquantacinque milioni di anni fa e assai longeva che può raggiungere anche gli 800 anni d’età. ????? ??????? ??????
Ha un portamento maestoso la forma slanciata e conica raggiunge i 50 m
d’altezza, ma la chioma poco folta lascia al sottobosco maggiore
possibilità di espandersi. La corteccia del tronco è grigio bruno
chiaro, le gemme sono prive di resina, i rametti che portano gli aghi
sono rivestiti di peli corti e radi. Le pigne, inoltre, non cadono, ma
restano sul ramo dove si sgretolano squama per squama.
Il suo legno giallo chiaro è robusto e molto leggero, quasi senza resina. ??? ???? ???? ?????
Ma tornando a noi, il tavolo, il mobile, o porta che sia, una volta che il tempo aveva la meglio su di essi, non venivano gettati, era più facile colorarli, una volta, due volte, e così via, usando vernici al solvente, visto i periodi dove a farla da padrone era la chimica, si guardava più alla durata di una vernice che all’effetto gradevole. Perciò il legno al di sotto, veniva protetto e salvaguardato al suo stato naturale, per la felicità del suo possessore. ????? ???????
Ed ecco entrare in scena il restauratore, che sarà costretto ad avere tanta pazienza, una bella latta di sverniciante forte e tanto olio di gomito. Munitevi anche di lana d’acciaio grossa e un raschietto. Lo sverniciatore è perfetto per ripulire un mobile senza rovinarne la patina, ma di questo avrò occasione per parlarvene in un altro capitolo.
Vi garantisco che una volta che lo avrete ripulito e finito a cera
d’api, il risultato vi appaga del tempo impiegato, e tutto ciò sarà al
quanto gratificante.